Ciao Zio Miles,
un grande ultimo grazie, come se fosse il primo.
Ti ho incontrato la prima volta nel Marzo 2012 con gli Ancher;
vi aprivamo il concerto ad Interzona, il nostro veronese “Tempio della Musica” anche tuo. Quell'energia vulcanica è ancora dentro e profuma di palo santo. Ricordi di allora ancora più nitidi da adesso, una differenza di potenziale elettromagnetica nei suoni di una breve decade magmatica.
Siamo qui, sull'Isola di Capraia da Febbraio di quest'anno 2021,
e ci hai fatto ancora suonare notti insonni di concerti di sogni...
Quest'isola è nata così com'è, salita dal mare! non è mai stata attaccata alla terra ferma, ha una geologia più che rara, nata da due vulcani che affiorarono nove milioni d'anni fa in mezzo al nostro Tirreno preferito, lo stesso di Sardegna, da dove arrivano le viscer-ali pulsazioni di rumori e battiti ancestrali.
Ci fai guardare le stelle lontane ma vicine, ci stai illuminando con la Luna sul mare, sei nella terra, nell'acqua, nel fuoco e nell'aria. Sei tutti gli elementi! Un'altro giorno che si fuma insieme, e parto dal mar. Il pesto di erba aglina che ti farebbe impazzire è qui pronto, come il tuo sapore più che vero, sei in tutti i pezzi di Sale, in tutte le passate e future marinare preferite.
Zappando il nuovo orto abbiamo trovato un vecchio pezzo di mattonella che ci ricorda il tuo essere profondo, un sonico camuffamento di preziose cellule che vibrano perenni, uno scorpione sincero più verde che nero. Suonando la tua musica mi hai insegnato a sentire le spazzole viaggiare dalle mani al cuore, a costruirle con quel che c'è in giro, farle artigianali dall'erica arborea che qua in toscana chiamano la “scopa”. Che belle le tue spazzole, e le tue policrome stoffe psichedeliche, le ritmiche che spazzano via i brutti pensieri con soffici microtoni percussivi.
Come tu sai fare musica, come il suono universale che ci vibrerà per sempre dentro, come cantavi dal profondo trapassandoci tutto il “focus”; siamo sempre “in the Zone”!
Ti sentiamo nella macchia mediterranea che ha il sapor di California.
Qui in Italia l'Asfodelo (chiamato laggiù dov'eri Onionweed) sta fiorendo già da un po', ogni giorno dal tuo ultimo messaggio questa pianta caccia fuori i fiori bianchi,
s'innalza in lunghi gambi verso il sole del Deserto di chissà dov'eri...
ascoltandoti per sempre, aspettandoti risuonare dall'America.
Note e caratteristiche da fonti varie sull'Asfodelo (Onionweed):
Chiamato Asfodelo mediterraneo o “porraccio” in nome comune = che perdura; che non vacilla. Dal greco 'a' = 'non', 'spodos' = cenere ed 'elos' = 'valle'... la valle di ciò che non è stato ridotto in cenere. E' tipico dei climi secchi, dei terreni sabbiosi e rocciosi. Pianta originaria del Mediterraneo, è specie infestante alloctona in California, New Mexico e Oregon. E' un'erba bulbosa perenne della famiglia delle Liliaceae. Si radica in luoghi naturali degradati dagli incendi e dal pascolo, sugli affioramenti rocciosi dei terreni dilavati. L'amido contenuto può essere utile nella panificazione; è una pianta vulneraria, detergente ed emolliente, efficace in caso di scottature. Per gli antichi greci e romani era un fiore sacro associato alla resurrezione. Per i suoi molteplici impieghi e per il simbolismo legato all'aldilà, in antichità veniva chiamata 'erba degli eroi'. Omero la cita (cfr. Odissea XI, 539, 573): le ombre dei morti si aggirano su prati di asfodelo. In Sardegna lo stelo essiccato viene intrecciato per realizzare cesti, facenti parte del corredo delle spose e un tempo indispensabili per la produzione del pane. Pascoli ne nomina il fiore riferendosi alla vita nell'Etera, Deledda e Wilde gli hanno riservato attenzione nei loro scritti.
Sembra sia utile per tenere lontane le zanzare.
Giulio
Ciao Zio Miles,
un grande ultimo grazie, come se fosse il primo.
Ti ho incontrato la prima volta nel Marzo 2012 con gli Ancher;
vi aprivamo il concerto ad Interzona, il nostro veronese “Tempio della Musica” anche tuo. Quell'energia vulcanica è ancora dentro e profuma di palo santo. Ricordi di allora ancora più nitidi da adesso, una differenza di potenziale elettromagnetica nei suoni di una breve decade magmatica.
Siamo qui, sull'Isola di Capraia da Febbraio di quest'anno 2021,
e ci hai fatto ancora suonare notti insonni di concerti di sogni...
Quest'isola è nata così com'è, salita dal mare! non è mai stata attaccata alla terra ferma, ha una geologia più che rara, nata da due vulcani che affiorarono nove milioni d'anni fa in mezzo al nostro Tirreno preferito, lo stesso di Sardegna, da dove arrivano le viscer-ali pulsazioni di rumori e battiti ancestrali.
Ci fai guardare le stelle lontane ma vicine, ci stai illuminando con la Luna sul mare, sei nella terra, nell'acqua, nel fuoco e nell'aria. Sei tutti gli elementi! Un'altro giorno che si fuma insieme, e parto dal mar. Il pesto di erba aglina che ti farebbe impazzire è qui pronto, come il tuo sapore più che vero, sei in tutti i pezzi di Sale, in tutte le passate e future marinare preferite.
Zappando il nuovo orto abbiamo trovato un vecchio pezzo di mattonella che ci ricorda il tuo essere profondo, un sonico camuffamento di preziose cellule che vibrano perenni, uno scorpione sincero più verde che nero. Suonando la tua musica mi hai insegnato a sentire le spazzole viaggiare dalle mani al cuore, a costruirle con quel che c'è in giro, farle artigianali dall'erica arborea che qua in toscana chiamano la “scopa”. Che belle le tue spazzole, e le tue policrome stoffe psichedeliche, le ritmiche che spazzano via i brutti pensieri con soffici microtoni percussivi.
Come tu sai fare musica, come il suono universale che ci vibrerà per sempre dentro, come cantavi dal profondo trapassandoci tutto il “focus”; siamo sempre “in the Zone”!
Ti sentiamo nella macchia mediterranea che ha il sapor di California.
Qui in Italia l'Asfodelo (chiamato laggiù dov'eri Onionweed) sta fiorendo già da un po', ogni giorno dal tuo ultimo messaggio questa pianta caccia fuori i fiori bianchi,
s'innalza in lunghi gambi verso il sole del Deserto di chissà dov'eri...
ascoltandoti per sempre, aspettandoti risuonare dall'America.
Note e caratteristiche da fonti varie sull'Asfodelo (Onionweed):
Chiamato Asfodelo mediterraneo o “porraccio” in nome comune = che perdura; che non vacilla. Dal greco 'a' = 'non', 'spodos' = cenere ed 'elos' = 'valle'... la valle di ciò che non è stato ridotto in cenere. E' tipico dei climi secchi, dei terreni sabbiosi e rocciosi. Pianta originaria del Mediterraneo, è specie infestante alloctona in California, New Mexico e Oregon. E' un'erba bulbosa perenne della famiglia delle Liliaceae. Si radica in luoghi naturali degradati dagli incendi e dal pascolo, sugli affioramenti rocciosi dei terreni dilavati. L'amido contenuto può essere utile nella panificazione; è una pianta vulneraria, detergente ed emolliente, efficace in caso di scottature. Per gli antichi greci e romani era un fiore sacro associato alla resurrezione. Per i suoi molteplici impieghi e per il simbolismo legato all'aldilà, in antichità veniva chiamata 'erba degli eroi'. Omero la cita (cfr. Odissea XI, 539, 573): le ombre dei morti si aggirano su prati di asfodelo. In Sardegna lo stelo essiccato viene intrecciato per realizzare cesti, facenti parte del corredo delle spose e un tempo indispensabili per la produzione del pane. Pascoli ne nomina il fiore riferendosi alla vita nell'Etera, Deledda e Wilde gli hanno riservato attenzione nei loro scritti.
Sembra sia utile per tenere lontane le zanzare.
Giulio